L’Edizione nazionale delle opere di Giovanni Verga si arricchisce di due volumi, Teatro I. Cavalleria rusticana, In portineria, La Lupa e Eva-Frine, che apportano valore alla missione della Fondazione Verga di Catania di predisporre un testo completo e definitivo della produzione verghiana in edizioni di alta qualità, con note filologiche e appendici ricche dei materiali inediti attualmente disponibili attraverso i microfilm Mondadori. Gli aspetti che emergono evidenziano le declinazioni delle opere, dal teatro al romanzo: nel percorso di Teatro I si assiste allo sviluppo del teatro verista, dal primo successo della Cavalleria rusticana fino ai drammi di In portineria e La Lupa, mentre in Eva-Frine si riscoprono i parallelismi tra una bozza rimasta per anni inedita e la più celebre Eva. Parte delle testimonianze manoscritte che vengono riportate, sono attestate nel Fondo Mondadori all’interno di microfilm che arricchiscono ulteriormente i materiali d’archivio del Fondo Verga di Catania.
Sotto la cura di Barbara Rodà e Federico Milone, Teatro I (Interlinea, pp. CXXVI + 474, euro 30) presenta i drammi teatrali di Verga ponendo particolare attenzione al contesto che li circonda, offrendo così una panoramica esaustiva dell’attività che accompagna il passaggio «dalla novella al dramma». La rappresentazione è fedele alla corrente naturalista che si sposa con il realismo che pervade i testi in un’unione che stravolge la tradizione del dramma borghese a favore di una maggior genuinità di sceneggiature e vicende umane.
Evidente in Eva-Frine (Interlinea, pp. XCIV + 498, euro 30) è invece la maturazione ideologica e artistica dell’autore, attraverso il percorso di rielaborazione e progettazione delle due opere, tra richiami e differenze analizzate da Lucia Bertolini, curatrice del testo. Dallo studio dei testi inediti del Fondo Mondadori si apprende del primo contatto con il territorio fiorentino in cui si svelano ambientazioni e costumi lontani dal tradizionale scenario siciliano, oltre a connotazioni autobiografiche riemerse da studi e ricerche. Nonostante le vicende siano simili, la cura e lo sviluppo linguistico e stilistico contraddistinguono e un processo di crescita e definizione dello stesso Verga, che nel mantenere salda la componente realista, condivide con i lettori vicende intime che sperimenta in sintonia con gli stessi personaggi.
«Eccovi una narrazione – sogno o storia poco importa – ma vera, com’è stata o come potrebbe essere»
(Giovanni Verga, dalla prefazione di Eva)
Giovanni Verga, nato a Catania nel 1840, è il massimo esponente del Verismo, uno dei maggiori scrittori nella storia della letteratura italiana, letto e studiato a scuola. La sua prima formazione romantico-risorgimentale si svolse a Catania, dove, abbandonando gli studi giuridici, decise di dedicarsi esclusivamente alla letteratura. Trasferitosi Soggiornando a Firenze tra il 1865 e il 1869 vi compose i suoi primi romanzi Una peccatrice e Storia di una Capinera. Successivamente Trasferitosi a Milano nel 1872 frequentò l’ambiente degli Scapigliati e, in seguito alla scoperta del naturalismo francese, maturò la sua svolta decisiva verso il Verismo che sarà segnato dai racconti e dai romanzi di ambiente siciliano come Vita dei campi, 1880; I Malavoglia, 1881; Novelle rusticane, 1883; Mastro don Gesualdo, 1889. Lo scrittore, pur vivendo in un’epoca fiduciosa nel progresso, si interessò ai vinti e ai deboli, con una visione della vita tragicamente pessimistica, in antitesi con l’ottimismo imperante nei suoi tempi. Morì a Catania nel 1922. Di Giovanni Verga Interlinea pubblica l’Edizione nazionale delle opere in collaborazione con la Fondazione Verga di Catania (www.fondazioneverga.it).
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