Biografia

Giovanni VergaGiovanni Verga nasce a Catania il 31 agosto 1840 da una famiglia benestante da cui riceve un’educazione laica e risorgimentale, passata anche attraverso le lezioni di Antonino Abate, un repubblicano che nel 1848 aveva partecipato alle rivolte antiborboniche per poi appoggiare la spedizione dei Mille in Sicilia. Abate inizia Verga alla lettura di Foscolo, di Manzoni e di romanzieri d’appendice francesi come Eugène Sue e Alexandre Dumas, da cui il giovane scrittore prende spunto per il suo primo romanzo Amore e patria (inedito, ma scritto tra il 1856 e il 1857), realizzato mentre sta ancora studiando con Abate.

Nel 1858 Verga, su consiglio del padre, si iscrive a Giurisprudenza, senza però lasciare l’attività letteraria: tra il 1861 e il 1862 pubblica a puntate sul giornale fiorentino «La Nuova Europa» I carbonari della montagna, romanzo storico ambientato nella Campania di inizio Ottocento, durante il regno di Gioacchino Murat cui segue Sulle lagune, ambientato però nell’Italia dell’età del Risorgimento.

Negli anni sessanta Verga continua a scrivere, pubblicando nel 1866 Una peccatrice e alcuni testi per il teatro: I nuovi tartufi nel 1866, Rose caduche nel 1867 e L’onore nel 1869. In questo stesso anno si stabilisce a Venezia, all’epoca capitale del neonato Regno d’Italia, in cui incontra Luigi Capuana e il poeta Mario Rapisardi ed entra in contatto con la comunità intellettuale fiorentina. Nel 1869 esce Storia di una capinera, che riceverà il consenso del pubblico. Nel 1872 Verga si trasferisce a Milano dove stringe rapporti con gli intellettuali legati al movimento della Scapigliatura. Tra il 1873 e 1876 escono i romanzi EvaTigre reale ed Eros, che però non riescono a raggiungere il successo di Storia di una capinera. Viene invece accolto con entusiasmo il racconto Nedda che esce inizialmente sulla «Rivista italiana di scienze, lettere e arti», per poi venir pubblicato in un volume autonomo con il sottotitolo Bozzetto siciliano. Nascono in quegli anni i primi racconti ambientati in Sicilia che vengono raccolti nel 1876 nel volume Primavera.

Nel 1880 vengono pubblicate le storie siciliane di Vita dei campi e l’anno successivo escono I Malavoglia, il primo di una serie di romanzi che avrebbero composto il “ciclo dei vinti”, un progetto al quale Verga lavorerà per tutti gli anni Ottanta. Due anni dopo escono le Novelle rusticane, ma il successo arriva solo nel 1884 dalla riduzione teatrale del racconto Cavalleria rusticana, appartenente alla raccolta Vita dei campi. In quegli anni conosce in Francia Émile Zola e Edmond de Goncourt, e prende accordi per tradurre I Malavoglia che escono in francese nel 1887. Nel 1889 esce Mastro-don Gesualdo, il secondo romanzo del “ciclo dei vinti”. Verga scrive durante gli anni novanta le novelle che confluiranno nelle raccolte I ricordi del capitano (1891) e Don Candeloro e C.i (1894).

Verga trascorre gli ultimi anni appartato in Sicilia, dove si stabilisce a partire dal 1893 per dedicarsi all’amministrazione dei suoi possedimenti e all’educazione delle nipoti a lui affidate dopo la morte del fratello. Inizia in quegli anni la stesura della Duchessa di Leyra, che però non riesce a portare a termine.

Con il saggio Giovanni Verga scritto dal giovane critico Luigi Russo, l’opera di Verga torna al centro dell’interesse e nel 1920 viene nominato senatore del Regno in omaggio per i suoi ottant’anni. Muore a Catania nel 1922.

Giovanni Verga