Pubblicazioni
La prima serie dell’Edizione Nazionale di Verga fondata da Francesco Branciforti viene inaugurata nel 1987 e nel giro di un quindicennio, fino al 2033, pubblica ben 12 volumi. L’impresa è stata possibile grazie alla fortunata, per quanto tardiva e parziale, riacquisizione degli autografi verghiani. Nel 1978, grazie all’impegno dello stesso Branciforti e di altri benemeriti studiosi, i manoscritti di Giovanni Verga venivano definitivamente assicurati alla pubblica proprietà, e resi disponibili per la comunità scientifica. Finalmente si potevano elaborare edizioni tali da garantire testi rispondenti alle effettive intenzioni dell’autore, in quanto fondate sulla lettura di filologi accreditati e non improvvisati. La scomparsa di Branciforti nel 2007 e una complessa vicenda di passaggi editoriali causavano una lunga pausa nei lavori dell’Edizione Nazionale.
Nel 2013 il ritrovamento dei manoscritti ancora dispersi è venuto a coincidere fortuitamente con la seconda serie dell’Edizione Nazionale, inaugurata nel 2014 da I Malavoglia curati da Ferruccio Cecco, e proseguita con regolarità fino a oggi, progetto cui è stata da poco affiancata la complessa operazione di recensio per l’edizione dell’epistolario.
I volumi della prima e della seconda serie dell’Edizione Nazionale costituiscono un ideale corpus unitario e rivelano – pur appartenendo a diverse fasi evolutive nella ricerca compositiva dell’autore – «come lavorava» Verga.
La riproduzione digitale della prima serie, i cui primi volumi risultano spesso introvabili, è adesso consultabile in rete on demand, o acquisibile per lettura su computer; tale rinnovata disponibilità consentirà di trasmettere il senso dinamico del “farsi” del testo letterario a un pubblico esteso, e potrà essere fruibile anche in prospettiva didattica. I volumi saranno riprodotti secondo le modalità della stampa anastatica, tranne nei casi in cui nuove acquisizioni di testimoni, integrali o parziali, avranno reso necessarie revisioni e/o integrazioni agli apparati e alle appendici. L’impatto visivo immediato del testo critico e delle varianti in apparato, nonché la possibilità di accedere agli abbozzi e ai frammenti preparatori di novelle, romanzi e teatro, consentirà un confronto concreto tra la redazione testimoniata dal manoscritto e le stampe. Si realizzerà così, con un dinamismo inimmaginabile quando fu avviata l’edizione cartacea dell’opera verghiana, la rappresentazione diacronica del testo letterario che, lungi dall’essere una superficie compatta e inerte, si configura come organismo alimentato da interne tensioni. A maggior ragione tale dinamismo alimenta la testualità di uno scrittore sempre animato da un’inesauribile volontà di sperimentazione.
Giovanni Verga è indiscutibilmente un caso emblematico nella storia della filologia d’autore, a cui l’Edizione Nazionale – prima e seconda serie – ha dato e continua a dare un importante contributo.